Ciao è quello che dicevo a mia nonna ogni volta che mi accompagnava a scuola.
Il rituale di voltarsi più volte e ritrovarla sempre lì fino all’entrata in classe.
Ciao è il saluto che dici a qualcuno che pensi di rivedere presto ma un giorno ti giri, non trovi nessuno e in un attimo ti accorgi che il tempo è passato.
CIAO è il tema di Tapirulan di quest’anno e quella in foto è l’illustrazione con cui ho deciso di partecipare. Non ho mai pensato di saper disegnare ma mi fa stare bene e così continuo a farlo, apprezzamento o rifiuto non importa.
Questa estate, come quasi tutte le estati, sono tornata a Palermo a trovare la mia famiglia. Ne sento la mancanza, anche se da ragazzina devo ammettere di essere stata una di quelle figlie che spariva, viaggiava e non si faceva sentire.
Forse l’età mi ha reso più sentimentale e così adesso cerco di passare più tempo che posso con loro.
Un giorno ho chiesto a mio papà di accompagnarmi a casa del mio compagno, lo ha fatto tante volte eppure quella volta è stato diverso.
Prima di allontanarmi mi sono fermata a salutarlo, dopo poco mi sono voltata nuovamente per rifarlo ma lui non c’era più, ho visto solo la coda della macchina sparire. Non so perché ma ho sentito un nodo alla gola, sono stata assalita da una serie di pensieri sulla perdita delle persone che ami, sul fatto che a volte non hai nemmeno il tempo di salutarle come vorresti. Io a quel momento ci penso ancora e questa illustrazione ho voluto dedicarla ad Amelia, un’amica, una madre e una nonna perfetta.
Chissà se dietro il tuo sguardo assente si ricorda ancora di me.
Questo post è dedicato a Giovanni, alla mia infanzia e a tutto quello che di bello mi porto dentro.